Claudia Cantale è PHD Student in Studi sul Patrimonio Culturale presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Catania. È socia fondatrice di Officine Culturali, associazione che si occupa di servizi educativi e di fruizione per il Monastero dei Benedettini, per l’Orto Botanico e per il Museo di Archeologia dell’Università di Catania. In Officine Culturali riveste il ruolo di Communication Supervisor & Social Media Manager.
“Scriventi dai margini”: il progetto “MonasteroJunior” per la democratizzazione della conoscenza
La democratizzazione della conoscenza e la conservazione della memoria collettiva sono da sempre obiettivi di Archivi, Musei e Biblioteche, il cui ruolo è sia quello di custodire e alimentare la ricerca sia quello di educare. Il Patrimonio storico-artistico è portatore di contenuto e conoscenza in quanto tale è «un insieme di esposizione di fatti o idee, presentando in modo ragionato un giudizio o un risultato sperimentale, trasmesso agli altri attraverso un determinato mezzo di comunicazione in una certa forma sistemica» (Bell, 1967). I beni culturali sono però anche medium, mediatori di messaggio, nel senso di «ciò che collega – raccoglie – due mondi: il visibile e l’invisibile [...]» (Aiello, 1999). Il «medium-collezione» è «collettore di esperienza», raccoglie l’esperienza collettiva e sociale. Il dibattito sulle nuove tecnologie e sui sistemi relazionali e sociali basati sulle reti di comunicazione impongono a chi si occupa di Patrimonio Culturale una riflessione sul tema delle strategie di accesso alla conoscenza e della produzione di prodotti culturali originali. All’interno del discorso sul digital La democratizzazione della conoscenza e la conservazione della memoria collettiva sono da sempre obiettivi di Archivi, Musei e Biblioteche, il cui ruolo è sia quello di custodire e alimentare la ricerca sia quello di educare. Il Patrimonio storico-artistico è portatore di contenuto e conoscenza in quanto tale è «un insieme di esposizione di fatti o idee, presentando in modo ragionato un giudizio o un risultato sperimentale, trasmesso agli altri attraverso un determinato mezzo di comunicazione in una certa forma sistemica» (Bell, 1967). I beni culturali sono però anche medium, mediatori di messaggio, ill «medium-collezione» è «collettore di esperienza», raccoglie l’esperienza collettiva e sociale. Il dibattito sulle nuove tecnologie e sui sistemi relazionali e sociali basati sulle reti di comunicazione impongono a chi si occupa di Patrimonio Culturale una riflessione sul tema delle strategie di accesso alla conoscenza e della produzione di prodotti culturali originali. All’interno del discorso sul digital heritage al centro vi è oggi l’utente, reale o potenziale, su cui si basano ricerche e programmi del audience development. Nel clima di spinta all’innovazione tecnologica, sociale e culturale, è indispensabile l’ibridazione tra settori come quelli dell’Informatica, del Design, della Pedagogia, delle Scienze Sociali e delle Scienze Umanistiche. Il progetto “MonasteroJunior” nasce come output delle ricerche sull’audience development condotte dal team di progettisti dell’associazione Officine Culturali, in collaborazione con Micron, azienda che si occupa del settore dei semiconduttori, l’Istituto Comprensivo Caronda di Catania, il Dipartimento di Scienze Umanistiche e il Dipartimento di Matematica e Informatica dell’Università degli Studi di Catania. Il progetto mira alla realizzazione partecipata, attraverso il coinvolgimento attivo di ragazzi in età pre-adolescenziale, di una mappa multimediale interattiva che consenta l’orientamento spaziale e narrativo al Monastero dei Benedettini di San Nicolò l’Arena, attuale sede del Dipartimento di Scienze Umanistiche. Gli autori della mappa interattiva sono i ragazzi dell’Istituto Caronda, coinvolti in un processo di ricerca, elaborazione, creazione, gestione e conservazione dei contenuti digitali, al fine di acquisire competenze non solo nell’ambito delle scienze umanistiche ma soprattutto in campo tecnologico. Il fulcro del progetto, dunque, è quello di sperimentare processi di innovazione sociale, basati sulla partecipazione e sullo stimolo di nuove relazioni tra i ragazzi, utilizzando le tecnologie per fornire un approccio più libero e creativo nell’interpretazione delle cose che si possono fare in e con musei, biblioteche o negli archivi. L’obiettivo secondario è di supplire alla carenza di informazioni aggiuntive all’interno di un luogo, il Monastero, frequentato da circa 55000 persone ogni anno