Nadia Bocconcelli

L'Università di Urbino, nel 2019, ha iniziato a trasformare i propri spazi fisici e virtuali in ambienti ibridi di apprendimento inclusivo in grado di combinare perfettamente “presenza” e “digitale”. Nel momento in cui tutto si è fermato, per la pandemia da Covid19, l’Ateneo di Urbino era già pronto a connettere luoghi e persone nonché a creare occasioni di dialogo e condivisione. L’Hybrid Workplace Uniurb è stato il presupposto per creare un modello di lavoro strutturato e sostenibile, che prevede sei differenti step, al fine di realizzare gli Hybrid Events Uniurb: eventi che hanno reso possibile la virtualizzazione dello spazio fisico e che si caratterizzano per il loro essere interattivi, informativi, coinvolgenti, in grado di fornire un’esperienza fluida, semplice ed efficace per l’utente. Grazie all’esperienza maturata dal team interno composto da quattro persone, nel 2021, siamo stati in grado di affrontare una nuova sfida: trasformare in digitali tutti quegli eventi che, fino a un paio di anni prima, erano pensati e realizzati per funzionare unicamente in presenza. Porteremo l’esempio di Università Aperta, un evento realizzato lo scorso Febbraio e strutturato su tre giornate, che ha visto il coinvolgimento di oltre 6.000 utenti.

In 2019, the University of Urbino began to transform its physical and virtual spaces into hybrid environments of inclusive learning perfectly combining "presence" and "digital". When everything stopped due to the Covid19 pandemic, the University of Urbino was ready to connect places and people along with creating opportunities for dialogue and sharing. The Uniurb Hybrid Workplace was the prerequisite for creating a structured and sustainable work model including six different steps aimed at carrying out the Hybrid Events: events that made virtualization of the physical space possible and that are interactive, informative, engaging, able to provide a fluid, simple and effective experience for the user. In 2021, thanks to the experience gained by the internal team made up of four people, we were able to face a new challenge: to transform into digital all those events that, until a couple of years earlier, were designed and built to work in presence only. We will bring the example of an Open University, an event held last February and structured over three days, which saw the involvement of over 6,000 users.